Tutor in classe, la gestione secondo Adria Alderighi: "Valutare con calma ogni problema"
Fra le figure che ruotano intorno al sistema formativo di un'agenzia come Forium, c'è quella del tutor. Ne parliamo per approfondire meglio il ruolo con Adria Alderighi, protagonista di questo numero di #foriumdalcomune e che segue con la sua professionalità e competenza la classe del percorso IeFP EA3 per estetista.
Cosa fa un tutor?
Un tutor sostanzialmente vigila all'interno della classe. Il suo riolo principale è quello di fare da ponte fra i ragazzi e le ragazze e il corpo docente, così da agevolare in entrambe le direzioni il dialogo e sanare le criticità eventuali che possono sorgere all'interno di un gruppo-classe, anche all'interno del rapporto fra i ragazzi stessi.
Il tutor offre sostegno durante la lezione, sia didattico, che psicologico, laddove ce n'è bisogno.
La figura del tutor è quella dell'osservatore: interviene in situazioni necessarie ed è di supporto alla classe.
Come si fa a diventare tutor?
Uno dei requisiti è una laurea in psicologia. Io sto approfondendo i miei studi specializzandomi in psicoterapia. Diciamo che questa è una buona base per poter gestire quello che ci chiedono di affrontare come tutor. Capire la classe, chi la frequenta, quali situazioni possono scaturire e come risolverle.
È mai capitato di affrontare situazioni ingestibili?
Un'arma è quella della valutazione: valutare le singole occasioni e gestirle alla lunga. Tagliare corto e cercare di risolverle nell'immediato può addirittura risultare deleterio. Invece la calma, l'elaborazione del problema, la soluzione non immediata, ma studiata e pensata, sono fattori di successo, che possono addirittura far bene al gruppo.